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“Non passa lo straniero”: località e alterità dalla cronaca all’invenzione romanzesca
Abstract
Vecchi, bambini e donne incinte. Tutti sdraiati davanti alle ruspe: “Passate sopra di noi se volete”. Trattare non serve. Perché la risposta è una sola: “Non ci muoveremo di qui, non faremo cominciare i lavori, non vogliamo il centro per immigrati sotto i nostri balconi”. Vigili urbani, poliziotti e carabinieri non possono fare altro che tornarsene a casa: la protesta di quartiere ha vinto.
In Via Cascia non passa lo straniero. Il Comune ha deciso di costruire un centro di accoglienza per 108 immigrati, ma gli abitanti della strada hanno detto “no” e continuano a dire “no” per paura che in seguito nessuno avrebbe più voluto comprare case in quella strada.
(V. Postiglione, “Non passa lo straniero”, Corriere della Sera, 24 sett. 1991)
In Via Cascia non passa lo straniero. Il Comune ha deciso di costruire un centro di accoglienza per 108 immigrati, ma gli abitanti della strada hanno detto “no” e continuano a dire “no” per paura che in seguito nessuno avrebbe più voluto comprare case in quella strada.
(V. Postiglione, “Non passa lo straniero”, Corriere della Sera, 24 sett. 1991)