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Frontiers Of Identity: Representations Of Italianità In Contemporary Narrative
Abstract
Il concetto di identità culturale italiana, sempre problematica, è stata complicata ulteriormente da alcuni scrittori, che portano avanti una “politica del locale”, contestando nozioni ricevute e omogenee di territorio, identità e autenticità. Recentemente, diversi studiosi hanno cominciato a riflettere sulle implicazioni
teoriche e sulle conseguenze derivate dalla crescente produzione letteraria ad opera di scrittori stranieri che scrivono in italiano o di scrittori italiani che operano al confine tra lingue e culture diverse. Per capire il valore e il significato di questa
letteratura di frontiera bisogna tener presente il collegamento strettissimo tra migrazione e confine, tra il valicare il confine e il desiderio di tornare indietro. Questo articolo analizza come l’interconnessione tra confini, appartenenze e migrazione sia visibile e rappresentata in racconti di autori particolarmente
sensibili alla rappresentazione dello spazio urbano sia come spazio soggettivo sia come spazio aperto alla trasgressione e all’invenzione dell’io. La tesi che viene presentata è che questi autori usano il topos del confine per mettere in discussione discorsi consolidati di appropriazione nazionalistica degli spazi e per esplorare le possibilità aperte da situazioni di frontiera creativamente interpretate e vissute come aree di creolizzazione culturale.
teoriche e sulle conseguenze derivate dalla crescente produzione letteraria ad opera di scrittori stranieri che scrivono in italiano o di scrittori italiani che operano al confine tra lingue e culture diverse. Per capire il valore e il significato di questa
letteratura di frontiera bisogna tener presente il collegamento strettissimo tra migrazione e confine, tra il valicare il confine e il desiderio di tornare indietro. Questo articolo analizza come l’interconnessione tra confini, appartenenze e migrazione sia visibile e rappresentata in racconti di autori particolarmente
sensibili alla rappresentazione dello spazio urbano sia come spazio soggettivo sia come spazio aperto alla trasgressione e all’invenzione dell’io. La tesi che viene presentata è che questi autori usano il topos del confine per mettere in discussione discorsi consolidati di appropriazione nazionalistica degli spazi e per esplorare le possibilità aperte da situazioni di frontiera creativamente interpretate e vissute come aree di creolizzazione culturale.