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Gramsci In The World: Piero Sraffa and the first editions of the prison writings
Abstract
Dopo aver riassunto e commentato i contributi a Gramsci in the World, un volume collettaneo curato da Roberto M. Dainotto e Fredric Jameson, aggiungo una ‘chiosa’ in cui parlo del modo in cui nel secondo dopoguerra la figura storica di Antonio Gramsci fu contestualizzata nella storia del Partito comunista italiano. A questo fine, prendo in considerazione l’importante ruolo svolto da Piero Sraffa da eminenza grigia dietro la pubblicazione delle prime edizioni delle Opere di Gramsci. Sraffa partecipò sia come garante delle ultime volontà di Gramsci sia come collaboratore di Felice Platone, il curatore delle prime edizioni dei Quaderni del carcere e delle Lettere dal carcere. Questi testi furono concepiti e programmati all’indomani della guerra, cioè nel periodo dell’unità nazionale antifascista, ma videro la luce qualche anno dopo, in piena Guerra
fredda. Pertanto, occorreva gestire diverse e contrastanti esigenze, fra cui quella di persistere nell’esaltazione della figura di Gramsci, leader onorario del movimento operaio nella ‘via italiana’ al socialismo e quindi ‘contrappeso’ in Italia al culto di Stalin. Bisognava trovare altresì il modo di presentare Gramsci, e quanto prima, a pubblici divergenti — intellettuali da una parte e lettori meno colti dall’altra — posticipando al futuro una edizione critica dei quaderni gramsciani.