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Rethinking Sexual Difference: The Supremacy of Alterity over Identity in Dacia Maraini’s Voci
Abstract
Il pensiero della differenza sessuale è un fatto sempre attuale nelle opere di Dacia Maraini anche se, ogni volta, si ripresenta nelle vesti più svariate e con toni più o meno accesi. Nelle opere più recenti che seguono il filone del lavoro di contestazione, l’autrice si addentra con somma destrezza nei temi scabrosi dell’incesto e della violenza sessuale non tanto per sfatare il culto della famiglia, ma per risalire al tempo primigenio del processo di socializzazione dell’individuo. L’argomento trattato nel romanzo, Voci (1994), un giallo in apparenza con risvolti mondani, vuole essere essenzialmente provocante, vuole mettere a disagio anche il lettore più accorto, il quale non può fare a meno di riconoscere, se solo precariamente, la natura profondamente ambigua che prevale sui rapporti tra uomo e donna. Di questi rapporti, che danno forma e concretezza alla realtà circostante dell’individuo, all’autrice interessa capirne la dinamica e, per estensione, il motivo dello stato di perenne conflittualità tra ricerca di identità e relazione con l’altro.